di Jean Philippe ZITO
Cuauhtémoc Blanco è uno dei personaggi più celebri e amati del calcio messicano. L’apice delle sue gesta calcistiche è coinciso con il boom della telenovela, un fenomeno che ha avuto un ruolo di notevole importanza nel plasmare l’identità nazionale messicana, toccando argomenti come l’amore, la famiglia e la politica. La storia della vita di Blanco si legge come una sceneggiatura, come presa direttamente da una telenovela. Gli ingredienti ci sono tutti: la povertà, gli alti e bassi associati alla carriera professionistica, la violenza, la politica e la corruzione.
Cuauhtémoc Blanco Bravo è nato nel gennaio 1973 appena fuori Città del Messico, una delle più grandi città del mondo, l’ex sito di Tenochtitlan, la capitale dell’Impero Azteco. È interessante notare che il nome completo di Blanco ingloba il moderno Messico sposando il passato indigeno con la colonizzazione europea. Il cognome Blanco, che significa letteralmente ‘bianco’ in spagnolo, si ipotizza abbia origine nella penisola iberica. Il suo nome è un omaggio all’ultimo imperatore azteco, che alla fine fu giustiziato per mano del conquistatore Hernán Cortés. Il nome Cuauhtémoc dovrebbe significare “aquila in picchiata”: aggressiva e determinata, tratti che il calciatore avrebbe poi mostrato per tutta la sua carriera calcistica e nella vita privata.
In tenera età, Blanco si trasferì dal quartiere povero, popoloso e spesso violento di Tepito, (ironicamente) al quartiere Cuauhtémoc di Città del Messico. Dopo essere cresciuto tra i ranghi giovanili del Club América, la squadra di maggior successo nella storia del calcio messicano, Blanco ha esordito nel calcio professionistico, in Primera División, all’età di 19 anni. Come per la maggior parte dei giovani giocatori, lo spazio a disposizione per potersi esprimere era limitato; così per i primi due anni di militanza all’Estadio Azteca, Cuauhtémoc ha racimolato meno di dieci presenze complessive. Invece nei successivi tre anni, Blanco ne ha collezionato quasi 100 con all’attivo 15 gol.
Nel 1997 viene ceduto in prestito al Necaxa, sempre in Primera División. Dopo solamente una stagione (28 presenze,13 gol), torna al Club América, dove in due stagioni (98/99 e 99/2000) totalizza 67 presenze realizzando 51 gol.
Successivamente il Real Valladolid lo porta in Spagna a giocare nella Liga. Nelle due stagioni passate nel nord della Spagna non trova tanto spazio; in 23 partite disputate segna per 3 volte. Celebre la marcatura direttamente su calcio di punizione nel 2 a 2 finale contro i ‘los Galacticos Merengue‘ del Real Madrid di Raul, Roberto Carlos. Casillas, Figo, Zidane e Ronaldo…
Torna così in Messico, di nuovo al Club América, dove trascorre altre due stagioni e in 74 presenze realizza 31 gol. Dopo una parentesi al Veracruz nel 2004, ritorna al Club América. Ad aprile 2007 è stato ceduto ai Chicago Fire in Major League, inizia la sua avventura negli Stati Uniti, dove risiedono moltissimi messicani.
“Quando la gente lo vedeva diventavano pazzi, era quasi come se fossero pronti a svenire!” ha ricordato l’ex giocatore e allenatore Frank Klopas in una conversazione con MLSsoccer.com.
“È stato un interessante contrasto” con l’arrivo di David Beckham in MLS, ha dichiarato Nick Firchau, collaboratore del Daily Southtown e l’Evening Tribune. “Blanco è arrivato negli USA ed è stato subito più efficace come giocatore, ma ha anche avuto una risonanza importante con i fans. Non era una superstar agli occhi di tutti, ma era una superstar della comunità messicana e messicana-americana a Chicago”.
“Ce n’erano a migliaia, migliaia! Fans messicani di fronte all’hotel tentavano di scorgere la silhouette di Cuauhtemoc”, ha dichiarato Jon Busch, portiere dei Chicago Fire. “Una volta siamo dovuti sgattaiolare dalla porta sul retro, attraverso la cucina, e l’abbiamo messo nel bagagliaio di un’auto per portarlo fuori dall’hotel quella notte e incontrarci all’aeroporto il giorno successivo. Non avevamo idea di dove fosse alloggiato per la notte, ma ci siamo presentati all’aeroporto e 20 minuti dopo si è presentato all’aeroporto”. I messicani negli States erano in delirio per il loro beniamino.
Nel gennaio 2008 è stato vicino al passaggio a titolo definitivo al Catania, consigliato dall’osservatore Maglione direttamente al presidente Pulvirenti. L’operazione saltò a causa delle rigide regole della FA in merito ai trasferimenti degli extracomunitari. Scaduto il suo contratto con i Chicago Fire, Blanco ha firmato con i messicani del Veracruz.
Nell’estate del 2010 si trasferisce al Club Deportivo Irapuato ed in seguito ai Dorados.
Il 20 dicembre 2012 firma un’estensione di contratto per sei mesi sempre con i Dorados. Nel 2014, all’età di 41 anni, si trasferisce al Puebla, dove sceglie la maglia numero 10.
Il 13 settembre 2014 mette a segno il suo primo gol con la nuova squadra contro il Querétaro, siglando il gol del definitivo 1-1 nei minuti finali su calcio di rigore.
Il 21 aprile 2015, gioca la sua ultima partita nella finale di coppa del Messico, vinta 4 a 2 dalla sua squadra e si ritira così dal calcio giocato all’età di 42 anni, dopo 23 anni di carriera e oltre 800 partite giocate.
Durante la sua carriera, uno dei più grandi onori di Blanco è stato rappresentare la squadra nazionale del Messico. “Per me, rappresentare il mio paese è una fonte di orgoglio”, ha detto una volta. “E quando suonano l’inno nazionale, il mio cuore esplode, voglio piangere”. Nel corso della sua carriera con la nazionale, Blanco ha segnato 39 golin 120 presenze, apparendo in tre Coppe del Mondo, tra cui nel 2010 in Sudafrica all’età di 37 anni. Con 71 rigori realizzati su 73 è uno dei migliori rigoristi della storia del calcio mondiale.
Dopo aver smesso di giocare a calcio, Cuauhtémoc decide di dedicarsi alla politica sfruttando la popolarità di cui gode. Nel giorno di Capodanno 2016, Blanco ha assunto la carica di sindaco di Cuernavaca. Essere il sindaco nella più grande città dello stato di Morelos, devastato dalla violenza legata alla droga, non è privo di problemi e la corsa di Blanco è stata tutt’altro che fluida.
Nel dicembre 2016, a meno di un anno dal suo mandato, Blanco ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro le accuse mosse contro di lui. La sua partecipazione alle riunioni del municipio è stata messa in dubbio, così come la sua capacità di svolgere adeguatamente il ruolo di sindaco. È stato criticato per non essere un residente locale, un problema comune nella politica della personalità e per accettare donazioni illegali. Lo sciopero della fame si è concluso quando le accuse contro di lui sono state respinte. Dal 1° ottobre 2018 è governatore dello stato messicano di Morelos.