Football Mystery 3×02: Roipnol ’90

di Fabio BELLI

Il secondo episodio della terza serie dei nostri approfondimenti sui misteri del calcio si concentra su una storia che ha preso vita, volume e particolari col passare degli anni, con i protagonisti che si sono progressivamente sbottonati su un episodio che ha dell’incredibile. Stiamo parlando di fatti avvenuti in quello che non per niente viene considerato l’ultimo Mondiale di un calcio d’altri tempi, Italia 90: o forse in questo caso sarebbe più opportuno chiamarlo Roipnol ’90.

I FATTI
Negli ottavi di finale del Mondiale italiano del 1990 c’è in cartello una sfida classica, anzi superclassica, dal sapore della finale anticipata. Brasile e Argentina si sfidano nella cornice del nuovissimo stadio Delle Alpi di Torino, un prematuro incrocio a sorpresa tra due favoritissime figlio degli eventi dei gironi eliminatori. Mentre i brasiliani hanno fatto il loro dovere vincendo 3 partite su 3 in un raggruppamento abbastanza abbordabile con Svezia, Costa Rica e Scozia, l’Argentina ha pagato una delle più grosse sorprese della storia del calcio. Nella partita inaugurale dei Mondiali i campioni del mondo in carica vengono sconfitti dal Camerun, con uno straordinario gol di testa di Omam-Biyik. L’Argentina di Maradona ha dovuto rincorrere il ripescaggio contro Romania e Unione Sovietica ed è ora opposta ad un Brasile che sembra andare molto più forte e che effettivamente gioca la partita molto meglio dell’Albiceleste.

IL PERSONAGGIO
L’Argentina è sotto pressione, ma può vantare in rosa “Il” personaggio del Mondiale. Diego Armando Maradona quattro anni prima ha vinto, a detta di molti da solo, la Coppa del Mondo e medita di fare il bis con una squadra che continua ad essere abbastanza modesta, ma che rispetto a quattro anni prima ha qualche freccia in più nel suo arco. Come il sodale d’attacco di Diego, il rapidissimo Claudio Paul Caniggia, che come lui gioca in Italia. L’Argentina difende a ondate sugli attacchi dei brasiliani, si fa vedere raramente dalle parti della porta avversaria ma nel finale il Brasile sembra non averne più. Maradona capisce che il momento è quello giusto, danza tra gli avversari imbambolati nello stile del gol che aveva steso gli inglesi nel 1986 e serve in diagonale a Caniggia l’assist perfetto: Taffarel dribblato, Argentina ai quarti di finale, brasiliani attoniti. Già: perché “così” attoniti?

LE ACCUSE
Si parlerà della classica partita vinta dalla squadra che ha saputo subire e colpire in contropiede, non è la prima volta e non sarà l’ultima. Ma proprio Diego Maradona col tempo racconterà un retroscena incredibile, per giunta in diretta televisiva: “Molti dei calciatori in campo giocavano in Italia e anche i brasiliani – ha ricordato Diego – venivano a bere alla nostra panchina. E, quando è venuto Branco, gli ho detto “Valdito bevi pure”, lui si è scolato tutta l’acqua». «Poi – ha continuato Maradona – è venuto anche Olarticoechea e allora gli ho gridato: “no, no, da quella borraccia no. Fatto sta – ha proseguito Maradona – che a partire da quel momento, Branco, stralunato, tirava le punizioni e stramazzava a terra. Dopo la partita, quando i due pullmaìn si sono incrociati, m’ha fatto segno che era colpa mia. Ma gli ho risposto di no. C’era un buon rapporto tra noi, e non ne abbiamo più parlato». Qualcuno ha messo nell’acqua un Roipnol (un sedativo utilizzato dagli psichiatri – ndr), ed è finito tutto in vacca.” La testimonianza dello stesso Branco conferma le accuse: “C’ era Maradona a terra e accanto a lui il massaggiatore con le borracce. Chiesi a Diego il permesso di bere e loro, non ricordo se Diego o il massaggiatore, mi porsero un contenitore. Quell’ acqua aveva un sapore amaro, però non ci badai. In pochi minuti avvertii un malessere. Mi girava la testa, le gambe erano strane: a tratti mi sentivo un leone, a tratti ero sul punto di svenire. All’ intervallo domandai la sostituzione, ma il C.T. Lazaroni mi intimò di tenere duro”.

LE CONCLUSIONI
Storie di calcio d’altri tempi, ma già trasmesse in mondovisione. Non si pensava fosse possibile, ma le accuse vennero confermate, con Branco che raccontò: Un giorno, mi pare che fossimo nel ‘ 92, all’ aeroporto di Rio incontrai per caso Oscar Ruggeri che mi disse ridendo, “Ehi, Claudio, che bello scherzetto ti abbiamo combinato in Italia”, e racconta che quella borraccia aveva un tappo di colore diverso dalle altre perché dentro c’ era un sedativo. Ruggeri mi confidò che quella era l’ acqua per gli avversari. Non so quale veleno mettessero dentro l’ acqua, ma so che lo mettevano e questa è una cosa inaccettabile, antisportiva, per niente etica. Se quel giorno a Torino fossi stato sorteggiato per l’ antidoping, avrei fatto la figura del drogato e la mia carriera sarebbe stata rovinata.” A chiudere la polemica ci pensò un attaccante di quel Brasile che giocava per il Napoli con Maradona, Careca, che confermò però l’incredibile episodio: “A Branco girava la testa. Lui pensava che fosse il caldo. Magari gli è mancata la lucidità di dire “non sto bene resto fuori”. Poi tra di noi c’erano almeno quindici giocatori che giocavano in Italia, ci si conosceva tutti… ma non ce l’ho con Diego.
Alla fine sbagliò Lazaroni. Io e Alemão gli dicevamo che bisognava marcarlo a uomo, ma lui niente, voleva marcare a zona. Aveva appena firmato per la Fiorentina e doveva dimostrare qualcosa o fare degli esperimenti. Fatto sta che ci faceva giocare con la difesa a tre.” Secondo Careca, non fu colpa del sonnifero.