Yasmani Lopez e la diserzione sportiva a Cuba

di Jean Philippe ZITO

Yasmani López, ha 31 anni, ha giocato come mediano nel Ciego de Avila, club dell’omonima città a est da L’Avana, fino alla fine dello scorso campionato.

In Nazionale cubana, dopo l’esordio nella Concacaf Gold Cup (torneo che si disputa tra le nazionali sudamericane che non partecipano alla più famosa Copa America) dello scorso giugno a Pasadena in California contro il Messico, spiegava che lui e i suoi compagni erano scesi in campo per dare tutto quello che avevano “mettendoci il cuore”. La gara, per inciso, è finita 7-0 per il Messico e López, dopo la fine del match, ha fatto perdere le proprie tracce.

Lópezoriginario della città di Morón, provincia di Ciego de Ávila, ha debuttato con la selezione di Cuba nella Gold Cup del 2013 in una partita contro il Belize e da allora è stato sempre convocato in nazionale maggiore.

È una sua decisione, l’ha presa in tutta coscienza e messa in pratica. Nessuno della delegazione di Cuba ha niente a che fare con la sua scelta”. Ha spiegato in conferenza stampa l’allenatore della nazionale cubana Raul Mederos.

La fuga di López fa parte di una sorta di consuetudine che trasforma i tornei di Concacaf come il miglior sistema per i giocatori delle Antille per fuggire dall’isola e rimanere negli Stati Uniti, dove richiedono immediatamente asilo politico.

Un fenomeno, quello della diserzione sportiva, che a Cuba ha una lunghissima tradizione: nel luglio 2005Yaykel Pérez e Maykel Galindo lo hanno fatto nella Gold Cup di SeattleGalindo è poi passato a giocare nella MLS con i Chivas di Los Angeles.

Nel giugno 2007Osvaldo Alonso e Lester Moré partecipano alla Gold Cup di Houston. Dopo aver disertato, Alonso è diventato il miglior giocatore cubano all’estero e uno dei calciatori più rappresentativi dei Seattle Sounders.

Nel 2008, l’avventura dei ‘Leoni dei Caraibi’ è finita anche peggio: ad abbandonare, sette calciatori: José Manuel MirandaErlys GarcíaYenier BermúdezYordany ÁlvarezLoanni CartayaYendry Díaz Perez ed Eder Roldán, insieme all’allenatore Dagoberto Lara durante le qualificazione per il torneo olimpico di Tampa in Florida. Contro PanamaCuba ha giocato senza riserve in panchina: in ritiro era rimasta solo una dozzina di calciatori, di cui uno squalificato.

“Ci stavo già pensando da diversi mesi. Ma poiché le cose andavano bene nella delegazione cubana, ho approfittato del momento giusto per andarmene. Gli amici mi hanno offerto la possibilità di rimanere qui (negli USA n.d.r.) e ho accettato. Sono un uomo libero”. Yendry Díaz Perez ha lasciato la sua famiglia a Cuba e porta con sé un rimpianto solo: “La squadra sognava di qualificarsi per le Olimpiadi…“.

Il direttore della Federazione cubana di calcio, Antonio Garces, ha parlato di “un atto traditore e irresponsabile”. Diaz si è difeso, dicendo: “dato che cinque giocatori avevano deciso di andarsene, non c’era nient’altro che potessi fare…”. 

Adesso vive a Tampa, sulla costa occidentale della Florida, lo stato con la popolazione cubana più significativa negli Stati Uniti. “Ho molti amici qui che mi apprezzano. Ed è anche qui che vive la mia ragazza “, aggiungendo che, “non c’è niente al mondo che possa farmi tornare a Cuba

Sempre nel 2008Reinier Alcantara e Pedro Faife sono fuggiti prima di una partita di qualificazione per i Mondiali del 2010 in Sudafrica contro gli Stati Uniti a Washington.

Nel giugno 2011Yosniel Mesa scappa dalla Gold Cup di Charlotte nella Corolina del Nord. Nel gennaio 2012, i membri della squadra femminile Yisel Rodríguez e Yizenia Gallardo hanno richiesto asilo negli Stati Uniti al torneo Concacaf di Vancouver.

Nel marzo 2012,Yosmel de Armas lascia l’Under 23 nella Concacaf nel Tennessee. Nell’ottobre 2012 Reysander FernándezEviel CordovezMaikel Chang e Odisdel Cooper lasciano la squadra prima di una partita di qualificazione per i Mondiali 2014 contro il Canada a Toronto. Molti sono riusciti nel calcio. Altri no, ma la verità è che l’emorragia continua…

Non poter più giocare in Nazionale è la cosa peggiore. È un passo difficile, i dubbi sono tanti, soprattutto se non hai famiglia negli Stati Uniti. Però ne vale la pena, anche perché il livello del calcio cubano non ti consente di crescere”.

Ariel Martinez è fuggito dal ritiro nella Gold Cup del 2015 e oggi è un attaccante felice del Miami FcUna fuga in grande stile, quella di Martínez, assieme a Keiler GarcíaArael Argüellez Darío Suárez, che dopo la gara contro gli Stati Uniti (persa per 6 a 0) hanno fatto i bagagli, salutando la comitiva: a Cuba, dei 23 giocatori partiti per il torneo, tornarono in 19.

Yasmani López ha indossato la fascia da capitano nella prima partita del torneo Concacaf 2019, come detto, nella sonora sconfitta contro la nazionale messicana. Ora la squadra nazionale cubana (una delle più scarse della sua storia), dovrà trovare un altro capitano dopo che Yasmani si è unito alla lunga lista di giocatori di calcio che sono rimasti negli Stati Uniti.

Per tanti calciatori che vogliono lasciare Cuba, ci sono altri atleti che rifiutano contratti milionari per rimanere in patria. Dal calcio, al baseball, due nomi su tutti: Roberto Hernandez e Omar Linares. Il primo nell’ottobre 2018 a soli 17 anni ha rifiutato un contratto a sei zeri nella MLB americana. Trasferitosi negli Stati Uniti a soli 15 anni, ha fatto ritornoa Cuba entro i 24 mesi, passati i quali sarebbe risultato ufficialmente emigrato. “Sono tornato a casa, mi sono tolto le scarpe e sono andato a piedi nudi a salutare tutti, con le lacrime agli occhi perché era qualcosa di incredibile”.

Omar Linares, invece, rifiutò il trasferimento ai mitici New York Yankees per rimanere fedele alla dittatura comunista di Fidel Castro. Celebre la sua affermazione“Preferisco giocare per 10 milioni di cubani che per 10 milioni di dollari”.

Linares assieme a Rodolfo Puente e Higinio Velez hanno annunciato nel dicembre 2018 un accordo tra la federazione cubana e quella americana. Sarà consentito ai giocatori cubani il trasferimento nelle squadre della MLB a patto che abbiano raggiunto i 25 anni, di cui 6 con esperienza nella Serie Nacional, il massimo campionato dell’isola. Cuba darà una liberatoria e riceverà un indennizzo.

È un passo avanti molto importante, i giocatori cubani dovranno sentirsi molto contenti e non dovranno scappare col rischio di annegare in una barca” ha dichiarato Linares: “Questo accordo aiuterà il nostro sport valorizzando i più giovani ed elevando il livello del nostro baseball. Nostalgia?La nostra fu un’altra epoca, ogni cosa ha il suo tempo, se tutto questo è stato possibile nel 2018 spero che sia un bene per tutti”.

A questo punto è auspicabile un accordo anche tra le federazioni calcistiche dei rispettivi Paesi, così da poter soddisfare un’esigenza che alle porte del 2020 si può più respingere.