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Lorenzo Petrucci Presidenti

Donald Trump: i’m football crazy. L’amore per il calcio del presidente eletto

di Lorenzo PETRUCCI

Tra le novità più importanti delle ultime settimane vi è sicuramente quella di Donald Trump eletto neo Presidente degli Stati Uniti d’America. Di informazioni in riguardo a questo magnate americano ne sono state dette molte, sul suo modo di pensare, di concepire la politica ecc, ma non tutti conoscono il Trump sportivo. Questo è un aspetto della sua vita che merita attenzione essendo stato, soprattutto in giovane età un amante di calcio o come il paese a stelle strisce preferisce chiamare: “soccer”. Infatti Trump ai tempi del liceo si dilettava e sembra anche molto bene in questo sport, all’epoca non molto praticato come oggi negli USA, militando addirittura in una squadra, i New York Military Academy. Di questo ne parla proprio un suo ex compagno di squadra, Ted Levine, che al sito internet Business Insider ha espresso come Trump “fosse fisicamente e mentalmente dotato a praticare qualsiasi tipo di sport”. Sicuramente il fisico lo aiutava, 1.90 di altezza e con un fisico già formato al liceo gli permettevano di cimentarsi in qualsiasi sport volesse e sembra che di ciò ne fosse stato particolarmente abile e portato. Secondo altri ricordi e aneddoti il suo ruolo era quello di ala destra.

Donald Trump Coppa di Lega

Con gli anni però Trump ha preferito prendere altre strade che quelle sportive, cimentandosi nell’imprenditoria e poi in politica ma la sua passione per il gioco del calcio non si è mai spenta, infatti quelli con più memoria e amanti di calcio inglese ricorderanno quando nel 1991 il neo presidente statunitense fu invitato a sorteggiare i quarti di Coppa di Lega Inglese. Naturalmente il tutto prese parte in uno dei grattacieli. Il quel evento Trump sorteggiò tra le altre Leeds-Manchester United, a tutti gli effetti una gara tra due delle principali squadre che in quegli anni si contendevano il titolo d’oltremanica, con lo stesso magnate americano che commentò così: “è un big match e una partita che andrei a vedere molto volentieri, amo il calcio.”

Donald Trump

Nonostante la sua passione per il calcio però il Presidente Trump non si è fatto amare da tutti in questo mondo sportivo. Tra questi sicuramente Brad Evans, centrocampista dei Seattle Sounders (squadra della MLS, il campionato di calcio nord americano) che qualche mese fa dichiarò di essere disposto addirittura a rinunciare al proprio stipendio pur di non vedere Trump alla Casa Bianca. Oltre ad Evans, non sono stati di parole dolci anche l’ex nazionale DeMerit e il portiere dei Toronto Fc (squadra di Giovinco) Clint Irwin. Duri anche gli interventi del difensore del Tottenham Vertonghen: “mi piacerebbe parlare con chi ha votato Trump per capire cosa gli passi per la testa”, o quello di Kompany del Manchester City: “questa è la generazione dei reality TV. Mettiamo tutti gli idioti del mondo al potere e vediamo che succede”. Ma dall’altra Trump ha anche degli estimatori, infatti tra le donazioni del neo Presidente c’è anche quella del Direttore generale e membro della famiglia proprietaria del Manchester United, Ed Glazer, con una partecipazione di 45 mila dollari alla causa. Quindi, dopo Obama che si era dimostrato vicino allo sport in particolare il basket, ora Trump, con la sua passione per il calcio, potrebbe essere il Presidente USA che possa dare al soccer il giusto e definito lancio nel paese a stelle e strisce, magari con la candidatura dei Mondiali del 2026.

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Club Fabio Belli

La storica eliminazione del 1992: Wrexham-Arsenal e il miracolo al Racecourse Ground

di Fabio Belli

Nick Hornby nel suo celeberrimo “Febbre a Novanta” prende questa sconfitta come metro di paragone per il fatto che nessun momento felice, nel calcio, dura mai abbastanza a lungo. Dopo un’attesa ventennale la vita dello scrittore e dell’Arsenal sembrano prendere la piega desiderata, ma sul più bello, nel pieno della gestione di George Graham che ha riportato i Gunners alla gloria nazionale, arriva la doccia fredda. Nella stagione 1991/92, ambizioni europee frustrate dal Benfica, e quelle interne dal… Wrexham. Quanto accaduto il 4 gennaio del 1992 al Racecourse Ground, nel terzo turno di FA Cup, resta impresso nella memoria di tutti i tifosi inglesi e gallesi, e torna d’attualità con l’altrettanto clamorosa eliminazione, nel primo turno della Coppa di Lega, del Manchester United per mano del Milton Keynes Dons.

Quella però è storia di oggi: sono invece passati ventidue anni dal miracolo del Racecourse Ground, uno dei campi più gloriosi del Galles, casa del Wrexham e spesso anche della Nazionale locale. Uno stadio che il Guinness dei Primati riconosce come il più antico della storia del calcio tra quelli ancora in piedi. A livello di club, il momento più alto al Racecourse fu vissuto senza dubbio in quella fredda giornata di gennaio, con le festività natalizie ancora non del tutto consumate.

Il fascino della FA Cup è noto: si parte dagli scontri tra le più piccole, amatoriali, sconosciute realtà del calcio britannico, e man mano si arriva al fatidico terzo turno, dove le formazioni in grado di azzeccare una buona serie di vittorie nelle fasi preliminari, possono arrivare ad affrontare i giganti del calcio inglese. Così accadde al Wrexham, che nel 1992 si trovava in quarta divisione, in declino dopo un passato di tutto rispetto, che negli anni ’70 aveva portato il club a disputare anche i quarti di finale della stessa FA Cup, e quelli di Coppa delle Coppe contro l’Anderlecht, competizione alla quale i club gallesi che partecipavano ai campionati inglesi potevano comunque accedere, grazie ai successi nella coppa nazionale del Galles.

A Racecourse Ground si presentò un Arsenal capace di centrare due titoli nazionali nel 1989 e nel 1991, e che George Graham aveva trasformato, modernizzando un impianto di gioco che, oltre a costare alla squadra di soprannome di “Boring Arsenal“, era ormai sorpassato ed era costato al club troppi insuccessi. Ma come dicevamo all’inizio, nulla di bello dura mai abbastanza a lungo. La campagna d’Europa nel nuovo Super-Arsenal si era già interrotta prima del tempo, ma nessun tifoso assiduo frequentatore di Highbury poteva immaginare cosa sarebbe accaduto nel Nord del Galles in quel terzo turno di FA Cup.

Di vittorie contro il pronostico la storia del calcio è piena zeppa, ma quella colpì un immaginario collettivo che riteneva impossibile che i campioni d’Inghilterra capitolassero di fronte ai piccoli gallesi, soprattutto quando i 13343 del Racecourse Ground videro Alan Smith piazzare il pallone in fondo al sacco per il vantaggio dei Gunners. Ma a quel punto l’uomo del destino divenne Mickey Thomas, 37 anni, ex nazionale gallese capace di piazzare un calcio di punizione al fulmicotone alle spalle di David Seaman. Il Racecourse, che pure ne aveva viste nella sua già ultracentenaria storia, divenne una bolgia che esplose definitivamente quando il giovane Steve Watkin realizzò l’incredibile sorpasso. 2-1, e come Hornby racconta, i commentatori della BBC ringraziarono il tecnico del Wrexham per aver “deliziato milioni di persone”. Segno che la cattiva fama del “Boring Arsenal” non era stata cancellata da due stagioni di successi. Poi venne Arsene Wenger, ma quella è un’altra storia, esattamente come Milton Keynes-United.