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#Contromondiali Fabio Belli

#Contromondiale 17: #Messi, #Argentina, #Belgio, #Krul, #VanGaal, #Olanda, #Navas, #CostaRica, #Tacconi, #EdWarner, #Colombia

di Fabio Belli

Argentina – Belgio 1-0

Ci sono cose che non cambiano mai...
Ci sono cose che non cambiano mai…

110. Se l’Argentina sta provando a ricalcare Messico ’86, uno scontro con il Belgio non poteva mancare. Allora come ora, Maradona e Messi si sono ritrovati circondati da frotte di Diavoli Rossi, ma la vittoria dell’albiceleste è stata limpida. Per la prima volta però la “pulga” perde il confronto diretto con il mito di riferimento, che dopo aver eliminato da solo gli inglesi, fece il bis con i belgi in semifinale. La giocata che ha innescato il gol decisivo di Higuain è stata pregevole, ma stavolta il fenomeno del Barcellona è apparso un po’ affaticato dallo strapotere fisico degli avversari. L’Argentina torna comunque tra le prime quattro di un Mondiale dopo 24 anni: dopo Italia ’90, i quarti di finale si erano sempre rivelati un tabù.

Olanda – Costa Rica 4-3 dcr

La Mossa di Van Gaal
La Mossa di Van Gaal

111. Parlando di maledizioni, l’Olanda ha sudato freddo pensando a cosa era accaduto a tutte le squadre che nelle ultime quattro edizioni avevano eliminato il Messico negli ottavi di finale. Germania nel ’98, Stati Uniti nel 2002 e Argentina nel 2006 e nel 2010 erano sempre finite fuori ai quarti. Con tre legni, due dei quali al termine dei tempi regolamentari e supplementari, gli orange hanno iniziato a temere il peggio. A risolvere le cose ci ha pensato un’incredibile mossa di Louis Van Gaal…

Il Bullo Krul in azione
Il Bullo Krul in azione

112. … che prima dei penalty, ha sostituito Cillessen con Tim Krul, portiere del Newcastle, due soli rigori parati in carriera, nessuno nell’ultima stagione in Premier League su cinque tiri dal dischetto subiti. Mossa dunque psicologica? Forse, anche se Cillessen ha uno score in carriera anche peggiore sui rigori rispetto a Krul. Mai un portiere nella storia dei Mondiali era stato inserito appositamente per i rigori, mai l’Olanda aveva passato il turno non solo ai penalty, ma neanche dopo essere andata ai supplementari. Tutte “maledizioni” sfatate (compresa quella messicana di cui sopra…) dalla sfrontatezza di Van Gaal e del suo portiere di riserva, che assai poco elegantemente ha redarguito gli avversari prima di ogni tiro. Alla fine il “bullo” Krul ne ha neutralizzati due, garantendo un posto all’Olanda in semifinale, e a sé stesso nella storia.

Oltre a Krul, anche Tacconi poteva essere come Ed Warner
Oltre a Krul, anche Tacconi poteva essere come Ed Warner

113. A memoria d’uomo, l’unico portiere mai inserito appositamente per parare rigori in una partita di fase finale è stato Ed Warner nella semifinale con la Flynet. Peccato si trattasse del cartone animato “Holly e Benji”, ma spesso la realtà supera la fantasia. A molti però sarà anche venuta in mente una calda serata italiana al San Paolo di Napoli, quando gli azzurri non riuscirono a piegare le resistenze dell’Argentina. Ai rigori, in quella semifinale Mondiale, mezza Italia invocò l’ingresso di Stefano Tacconi al posto di Walter Zenga, all’epoca miglior portiere del mondo, ma che non godeva di fama di para-rigori. Scelta troppo anticonvenzionale per Azeglio Vicini, e le cose andarono come sappiamo. Chissà, se anche allora ci fosse stato Van Gaal…

Nonostante l'eliminazione, Keylor Navas è stato una stella di Brasile 2014
Nonostante l’eliminazione, Keylor Navas è stato una stella di Brasile 2014

114. Di sicuro i portieri a Brasile 2014 hanno recitato la parte del leone. Krul ha rubato la scena, ma nella serata dell’Arena Fonte Nova di Salvador di Bahia, Keylor Navas si è confermato un gigante. Al pari dello statunitense Howard, il numero uno della Costa Rica e del Levante (dove è stato segnalato come miglior portiere della Liga Spagnola) si è esibito in una serie di salvataggi al limite del possibile. A ventisette anni, potrebbe avere la maturità e l’esperienza giusta per giocarsi una carta importante nella sua carriera: vedremo se il mercato risponderà alle sue acrobazie tra i pali.

Rihanna tifa Olanda e si vede
Rihanna tifa Olanda e si vede

115. Abbiamo già segnalato come l’Olanda sia stata accompagnata da tanta bellezza nella sua avventura Mondiale finora. Al bullo Krul si aggiungono le pupe locali, ma non solo: prima della partita contro la Costa Rica si è schierata anche la popstar Rihanna, in uno scatto apprezzatissimo nella posa e nel soggetto come testimoniato dalle reazioni dei tifosi su Twitter, ma che non passerà certo alla storia tra i capolavori di photoshop…

 

Rimasugli di Brasile – Colombia 2-1

I media colombiani invitano alla moderazione
I media colombiani invitano alla moderazione

116. Spesso in Italia ci lamentiamo dell’immaturità e del vittimismo dell’ambiente calcio. Anche dopo l’ultima eliminazione, ancora fresca nei cuori e nelle menti dei tifosi azzurri, nonostante l’espulsione di Marchisio che appare ancora ingiustificabile, e il morso di Suàrez a Chiellini non visto, la stampa ha esortato a non scaricare, o almeno non farlo del tutto, la responsabilità delle scadenti prestazioni dell’Italia sull’arbitro. Bisogna ricordarsi però che tutto il mondo è paese, e nel leggere come i giornali colombiani hanno reagito all’arbitraggio dello spagnolo Carlos Velasco Carballo nel quarto di finale contro il Brasile, allora sembra evidente che c’è sempre chi prende le brutte notizie in maniera peggiore di qualcun altro.

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#Contromondiali Fabio Belli

#Contromondiale 12: #Messi, #Argentina, #Elio, #Agbonavbare, #Nigeria, #Svizzera, #Ecuador, #NYPost, #Chiellini, #Suarez

di Fabio Belli

Nigeria – Argentina 2-3

Messi sempre più leader dell'Albiceleste
Messi sempre più leader dell’Albiceleste

73. Il racconto di Brasile 2014 in tante mini-storie aiuta anche ad evitare una certa ripetitività. La presenza costante di Leo Messi suggerisce qualcosa: il Mondiale della “pulga” sembra lava di un vulcano in ebollizione: contro la Nigeria è arrivata anche la doppietta, quattro gol in tre partite, ed Argentina a punteggio pieno che dai tempi di Maradona, non aveva in squadra un leader così netto e definito. Anche il CT Sabella si è piegato alla “Messidipendenza”, e a certe dichiarazioni non manca mai il beneplacito dello spogliatoio. Uno per tutti, tutti per Messi: è il bello viene ora, perché il fuoriclasse del Barcellona sa che basta un solo passo falso per smentire quanto fatto vedere finora.

Agbonavbaré, da mito nigeriano celebrato da Elio, a facchino
Agbonavbaré, da mito nigeriano celebrato da Elio, a facchino

74. Esattamente venti anni fa, Elio e le Storie Tese cantavano in un memorabile pezzo dedicato ad USA ’94: “Se Agbonavbaré difenderà la propria porta nei mondiali di calcio americani, forse la Nigeria vincerà questi famosi campionati di calcio mondiali americani”. Agbonavbaré quei Mondiali neanche li giocò, sopravanzato nelle gerarchie dal portiere-Principe Peter Rufai. Una bella storia, anche perché dopo essersi visto soffiato il posto da un nobile, Agbonavbaré si è ritrovato a fare l’operaio, per la precisione il facchino; ci torneremo su. Ma quella squadra che si inchinò a Roberto Baggio agli ottavi di finale, negli anni novanta fu considerata la prima squadra africana in grado di godere di favori e attese nei pronostici: una generazione che tra Usa ’94 e Francia ’98, fu anche accompagnata da giovani che nella Olimpiadi del 1996 regalarono al calcio africano il primo grande alloro internazionale della sua storia. Tutto questo per dire che a distanza di venti anni, è ancora la scuola nigeriana la più efficace del continente nero, soprattutto di quello sub-sahariano. E anche contro l’Argentina la squadra di Keshi si è dimostrata all’altezza: lunedì contro la Francia a Brasilia, ci sarà da fare la storia.

Bosnia – Iran 3-1

Il derby di Teheran, uno dei più sentiti al mondo
Il derby di Teheran, uno dei più sentiti al mondo

75. Ai narratori di calcio, dispiace che l’Iran non sia riuscito a lasciare un vero segno in Brasile. La Nazionale persiana è arrivata ai Mondiali in uno stato di grande crisi economica, tanto che la federazione locale ha vietato (facendo uno strappo per quella di Messi) lo scambio delle maglie tra giocatori: ognuno aveva la sua, e doveva bastare per tutto il Mondiale. Non è bastato affidarsi ad un uomo di mondo come Carlos Queiroz in panchina, ex Real Madrid e soprattutto discepolo di Sir Alex Ferguson al Manchester United, per un gruppo composto soprattutto da giocatori impegnati nel campionato locale. Il calcio in Iran è uno sport sempre più apprezzato, in uno degli stati dall’età media più giovane del mondo, ed il derby tra Persepolis ed Esteghlal a Teheran è diventato uno dei più sentiti del mondo. Tante storie che non hanno però trovato uno sbocco effettivo sul campo.

Honduras – Svizzera 0-3

Puro umorismo svizzero
Puro umorismo svizzero

 

76. Il cammino della Svizzera nella prima fase del Mondiale dice in realtà molto più qualcosa della Francia che degli elvetici. Che contro l’Honduras si sono dimostrati pratici ed efficaci: il fatto di aver subito un rovescio così pesante contro la squadra di Deschamps, è forse indice di una forza dei transalpini che in molti avevano sottovalutato. In Svizzera intanto, l’umorismo per un paese ligio alle regole e abituato all’autarchia, si è scatenato sul fatto che i tifosi di tutti i cantoni per festeggiare gli ottavi hanno dovuto avere un occhio di riguardo al match degli odiati francesi contro l’Ecuador. Pericolo scampato, anche se ora l’Argentina appare come una montagna molto alta da scalare negli ottavi.

Ecuador – Francia 0-0

All'Ecuador non è mancato il calore sugli spalti
All’Ecuador non è mancato il calore sugli spalti

77. In attesa degli Stati Uniti, Brasile 2014 si è rivelata finora un’edizione trionfale per le americane, del Nord, del Centro e del Sud. Hanno fatto eccezione le due formazioni del girone F: e se sull’Honduras i pronostici erano impietosi già alla vigilia, ci si poteva attendere qualcosa di più dall’Ecuador, che di fatto si ritrova fuori per una scelleratezza contro la Svizzera, praticamente a tempo scaduto, nella prima partita. Un vero peccato, col Mondiale che perde un vero protagonista (Enner Valencia) ed una squadra arcigna ma molto vivace ed organizzata. In dieci contro i “bleus” e sostenuti da un coloratissimo tifo, l’Ecuador ha cercato la qualificazione fino all’ultimo: ma il Mondiale non perdona le ingenuità.

Rimasugli di Italia – Uruguay 0-1

78. E il premio per la miglior prima pagina sul caso Suarez-Chiellini va… al New York Post!

Miglior prima pagina Suarez-Chiellini al New York Post
Miglior prima pagina Suarez-Chiellini al New York Post

 

 

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#Contromondiali Fabio Belli

#Contromondiale 11: #Italia, #Morso, #Rimorso, #Suarez, #Dimissioni, #Grecia, #Samaras, #Mondragon, #Selfie

di Fabio Belli

Italia – Uruguay 0-1

Le nuove frontiere del cibo italiano
Le nuove frontiere del cibo italiano

66. Abbiamo già parlato di quanto i deja vu siano frequenti nei Mondiali. L’Italia si ritrova coinvolta in un’eliminazione tra grandi controversie arbitrali, come già avvenuto nel 1962 e nel 2002, quando un arbitro chiamato Moreno, così come in questo caso, scatenò l’ira dei tifosi azzurri. Il Moreno attuale è messicano e soprannominato Dracula, con il centravanti della squadra avversaria, Suarez, famoso per avere il “vizietto” di mordere gli avversari. Possibile che ci ricaschi con Dracula al fischietto? E soprattutto che Dracula non se ne accorga? Ovviamente sì: e il morso di Suarez a Chiellini rischia di diventare (anzi, forse già lo è) un cult alla pari della testata di Zidane a Materazzi nel 2006. In quel caso Horacio Elizondo non fece finta di non vedere, stavolta Dracula-Moreno sì: e questo è costato a lui le prossime partite del Mondiale, a Suarez una probabile, lunga squalifica, e all’Italia l’eliminazione. In una sorta di circolo inesauribile della storia mondiale azzurra.

Le eliminazioni dell'Italia ai Mondiali nel 1954 e nel 2014, trattate con enfasi differente dalla stampa
Le eliminazioni dell’Italia ai Mondiali nel 1954 e nel 2014, trattate con enfasi differente dalla stampa

 

67. Insomma, ce ne sarà di chi parlare a lungo, ma l’aspetto tecnico del match contro l’Uruguay non è scivolato in secondo piano. Anche e soprattutto perché l’espulsione (ingiustificabile errore, va detto) di Marchisio ha accelerato una deriva del match che, dopo un primo tempo di buon contenimento, aveva portato l’Italia ad arretrare paurosamente il baricentro dopo l’espulsione del nervoso, instabile ma probabilmente indispensabile (sì, qui andiamo controcorrente) Balotelli. Una scelta difensiva implosa quando qualcosa è andato storto, e non è un caso che invece di gridare all’ingiustizia (come avvenne nel 2002), i media italiani si siano scatenati contro il non-gioco espresso dagli azzurri dopo due anni di preparazione ed una finale europea. A parte qualche sprazzo contro l’Inghilterra peggiore dagli anni ’70, contro Costa Rica ed Uruguay i tiri in porta si sono contati sulle dita di una mano. A sessant’anni di distanza, si può comunque ammirare come sia cambiato il modo di reagire da parte dei giornali italiani ad un’eliminazione dell’Italia ai Mondiali.

"Prandelli, stai sereno".
“Prandelli, stai sereno”.

68. E parte la solita sequela del tutti contro tutti: Prandelli attacca la stampa, Abete se la prende col sistema, Marchisio con Suarez, Verratti con l’arbitro e tutti, ma proprio tutti, con Balotelli. Da Bearzot a Vicini a Sacchi, da Zoff a Trapattoni a Lippi, il rito delle dimissioni in Italia fa sempre scalpore, forse perché inusuale. Di sicuro ci troviamo ad un punto che ha riportato il calcio italiano indietro di circa 50 anni: dopo lo scandalo di Cile ’62, arrivò il diluvio Corea del Nord a svegliare un football azzurro addormentato (ma che allora già dominava con le milanesi a livello internazionale di club). Due eliminazioni al primo turno che tornano clamorosamente d’attualità, ora che dopo un’edizione del 2010 giocata colpevolmente (e lo si capisce ora) con la pancia piena e senza stimoli, si torna di nuovo a casa. Via Prandelli, via Abete, la Nazionale ha bisogno però di protagonisti veri anche in campo: perché il sistema-calcio italiano sarà in crisi profonda e non si può negare, ma paesi come la Costa Rica e lo stesso Uruguay, non si può dire che raggiungano risultati superiori ai nostri con investimenti finanziari maggiori e politiche più lungimiranti. Lavorare bene, alla lunga, paga più che lavorare tanto, al di là dei luoghi comuni.

Costa Rica – Inghilterra 0-0

I giornali inglesi i più severi nei confronti di Suarez
I giornali inglesi i più severi nei confronti di Suarez

69. Partita che aveva poco da dire: i “Ticos” hanno dimostrato una volta di più di meritare la qualificazione e il primo posto, gestendo il pari che serviva loro per chiudere in testa. Inghilterra senza stimoli, tanto che i giornali inglesi hanno preferito concentrarsi sul caso-Suarez, stella della Premier League. E in barba agli interessi del Liverpool, la stampa britannica c’è andata giù pesante, con titoli del tipo “squalificate questo mostro”. Con due morsi e una squalifica per razzismo già alle spalle, Suarez (che si era affidato anche a uno psicologo per evitare di cadere di nuovo in questo tipo di comportamenti) potrebbe andare incontro ad una squalifica a tempo che coinvolgerebbe anche i Reds.

Giappone – Colombia 1-4

Faryd (nelle figurine italianizzato in "Fabio") Camilo Mondragòn, recordman dei Mondiali a 43 anni, ai tempi di USA '94
Faryd Camilo Mondragòn, recordman dei Mondiali a 43 anni, ai tempi di USA ’94

70. Se non ci fosse Suarez, la storia del giorno sarebbe sicuramente la sua: Faryd Mondragòn, classe ’71, a fine partita si è piazzato tra i pali della Colombia ed è diventato il giocatore più anziano della storia dei Mondiali. A 43 anni, c’era già ad USA ’94, ed è allla sua terza Coppa del Mondo solo perché la Colombia era assente dalla rassegna dal ’98. Un momento emozionante, in parte rovinato dalla FIFA che non ha permesso al numero uno il giro di campo finale in compagnia dei figlioletti.

Grecia – Costa D’Avorio 2-1

71. Il collegamento tra Grecia ed Epica è sin troppo facile, ma da dieci anni a questa parte la Nazionale ellenica, a fronte di risorse decisamente limitate, sta riuscendo ad ottenere risultati incredibili. E soprattutto a sovvertire situazioni sulla carta irrimediabili. L’impresa di Euro 2004 è agli atti e nella storia, ma anche due anni fa negli Europei in Polonia e in Ucraina, si guadagnarono un quarto di finale contro la Germania quando l’eliminazione sembrava inevitabile. Stesso copione stavolta: dopo il rovescio iniziale contro la Colombia e lo scialbo pari contro i giapponesi, chi si aspettava la coppia Samaris-Samaras (a proposito: con il messicano Ochoa è il secondo svincolato decisivo a Brasile 2014, dov’è l’errore?) agli ottavi? E contro la Costa Rica, poi: comunque vada, tra le prime otto del Mondiale ci sarà una prima volta assoluta ed inaspettata.

Rimasugli di Croazia – Messico 1-3

72. Non ce ne vogliano Bradley Cooper, Ellen DeGeneres e le stelle degli Oscar, ma a nostro avviso il “selfie” dell’anno è questo. Que viva Mexico, Que viva Héctor Herrera!

Hector Herrera re dei "selfie"
Héctor Herrera re dei “selfie”
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#Contromondiali Fabio Belli

#Contromondiale 02: #Cafeteros, #Gallina, #TeoGutierrez, #Uruguay, #Campbell, #Italia, #staystrongfisioterapista

di Fabio Belli

Colombia – Grecia 3-0

La Colombia aveva già interpellato un'esperta per essere sicura di vincere
La Colombia aveva già interpellato un’esperta per essere sicura di vincere

9. Gli emuli del “Polpo Paul”, che nel 2010 si spostava verso la bandiera della squadra vincente nella partita per la quale veniva interpellato, negli anni si sono moltiplicati. La Gallina colombiana è sicuramente partita col piede giusto: considerando come sono iniziati questi Mondiali, la gallinella è già un pezzo avanti rispetto a tanti quotatissimi esperti, che per bucare le previsioni peraltro non si accontentano di un pugno di becchime. Anzi…

Il "caratterino" di Teofilo Gutierrez
Il “caratterino” di Teofilo Gutierrez

10. Teofilo Gutierrez, tra i migliori in campo dei “Cafeteros”, ha una reputazione da Bad Boy che Balotelli al confronto è l’idolo delle orsoline. La rissa è il suo mestiere, e poca differenza fa se di fronte ci sono arbitri o avversari. Uno sputo galeotto verso un direttore di gara ai tempi della sua militanza nel Racing di Avellaneda, gli ha fatto rischiare 30 giornate di squalifica. Ora gioca nel River Plate, ed ha iniziato il Mondiale sostituendo un certo Radamel Falcao. E andando subito a segno.

Uruguay – Costa Rica 1-3

100 pacchetti di figurine, ma di Joel Campbell neanche l'ombra. Ora il Mondo lo conosce meglio...
100 pacchetti di figurine, ma di Joel Campbell neanche l’ombra. Ora il Mondo lo conosce meglio…

11. Si meriterebbe un posto nella lista della spesa, lunghissima e sempre molto ricca, che i club di tutto il mondo si appuntano a fine Mondiale. Ma su Joel Campbell, mattatore della grande sorpresa del match di Fortaleza, autore di un gol e un assist contro l’Uruguay, ha già messo da tempo le mani l’Arsenal. Bravi i Gunners a crederci e a mandarlo già a giocare da due anni all’estero: ora probabilmente farà ritorno all’Emirates, dove già lo conoscono bene, mentre tutto il mondo si chiedeva chi fosse. D’altronde, prima dell’esordio Campbell aveva “twittato” il suo disappunto perché, su cento pacchetti di figurine ufficiali di Brasile 2014, la sua non era uscita fuori neanche una volta.

Anche Homer Simpson sembra voler scherzare su sulla debacle uruguaiana
Anche Homer Simpson sembra voler scherzare su sulla debacle uruguaiana

12. Il disappunto dell’Uruguay non è inferiore a quello della Spagna: in uno dei gironi di ferro del Mondiale, la Costa Rica doveva essere la squadra materasso, e invece orfani di Suàrez, gli “orientales” vedono già a rischio la difesa del quarto posto di quattro anni fa. La partita d’esordio nel Mondiale resta comunque indigesta all’Uruguay, che non vince il suo primo match iridato dall’edizione del 1970, 2-0 contro Israele.

Inghilterra – Italia 1-2

Tifosi all'Arena Amazonas: ma non ditelo alle mogliettine...
Tifosi all’Arena Amazonia: ma non ditelo alle mogliettine…

13. Raggiungere Manaus, nel cuore della foresta amazzonica, è sicuramente una nota di merito per i tifosi, una medaglia che può restare sul petto per tutta la vita. All’Arena Amazonia gli inglesi erano in maggioranza rispetto ai tifosi azzurri, ma il pubblico brasiliano ha preso le parti di Pirlo e compagni. Ma i veri vincitori sono questi supporters che nello striscione hanno specificato: “Non riprendeteci: le nostre mogli credono che siamo nel Galles occidentale a pescare.” Appello disatteso…

Per raggiungere l'Arena AmazoniA bisogna attraversare una modesta barriera di vegetazione
Per raggiungere l’Arena Amazonia bisogna attraversare una modesta barriera di vegetazione

14. Parlando della partita, è evidente come abbia funzionato la “catena” di destra, con Darmian autentica rivelazione e Candreva scatenato, assist-man perfetto per il gol vittoria di Balotelli. Meno ha funzionato la difesa, con Chiellini un po’ spaesato a sinistra e Paletta in difficoltà nel contesto Mondiale. Tanto che su Twitter l’hashtag #Paletta tra primo e secondo tempo è balzato in testa sulla piattaforma di microblogging. Superato però decisamente da #staystrongfisioterapista: Gary Lewin, fisioterapista dell’Arsenal oltre che della Nazionale inglese, per festeggiare il gol di Sturridge è caduto su una bottiglietta d’acqua poggiata in terra, procurandosi una brutta storta alla caviglia. Per lui, Mondiale finito, e per i Tre Leoni ora parte la caccia al fisioterapista… del fisioterapista.

Costa D’Avorio – Giappone 2-1

Drogba & Gervinho, la coppia d'oro della Costa D'Avorio
Drogba & Gervinho, la coppia d’oro della Costa D’Avorio

15. Costa D’Avorio-Giappone ha rappresentato una sfida per i tifosi europei: dall’Arena Pernambuco la partita è iniziata alle due di notte in Inghilterra, alle tre a Roma, alle quattro ad Atene e alle sei del mattino di Mosca. E’ partita una gara di resistenza che ha coinvolto tutti nel Vecchio Continente. In Giappone il match è iniziato alle dieci del mattino, e per i nipponici il risveglio è stato amaro. Squadra di Zaccheroni rimontata, match cambiato dall’ingresso di Didier Drogba che si è dimostrato per l’ennesima volta cavallo di razza: i Campioni, alla fine, sono sempre loro.